Resilienza: R-esistere nonostante le difficoltà

Il periodo storico che ci troviamo a fronteggiare porta a mettere in campo tutte le capacità di resilienza che si possiedono.

Per resilienza in Psicologia si intende la capacità che l’individuo ha di reagire ad un evento traumatico o comunque difficile, facendo leva sulle proprie risorse interne di autoriparazione, riuscendo quindi a riorganizzare la propria realtà e la propria vita.

Etimologicamente il termine resilienza fa riferimento al termine latino “resalio”, che alcuni ricollegano al tentativo di risalire su una barca che si è rovesciata, non perdendo la speranza di lottare.

Questo non significa tentare di modificare la realtà circostante, quanto piuttosto adattare il proprio modo di reagire e rapportarsi ad essa.

Gli studi effettuati in questo campo dimostrano che la resilienza e’ una capacità insita nellessere umano, che tuttavia può essere anche sviluppata e migliorata.

Questa capacità, dunque, può modificarsi nel tempo in funzione dei vissuti e soprattutto in base ai processi cognitivi con i quali si tende ad interpretare quelle esperienze.

E’ stato riscontrato che chi è più resiliente mostra alcune caratteristiche specifiche:

  • IMPEGNO, ossia la tendenza a rivolgere le proprie energie verso uno scopo ben preciso.

  • LOCUS OF CONTROL INTERNO, che fa riferimento alla modalità con la quale la persona ritiene di poter padroneggiare gli eventi piuttosto che arrendersi ad essi;

  • IMPERMANENZA, cioè la capacità di interpretare le difficoltà come eventi circoscritti. Questo permette di non anticipare catastroficamente il futuro, rischiando di assumere un atteggiamento pessimista e passivo.

  • PREDISPOSIZIONE ALLA SFIDA, ossia la tendenza a leggere i cambiamenti e ad orientarsi ad essi in termini di sfida da affrontare, mettendo in campo tutte le proprie risorse per potervi far fronte e reagire.

Tutte queste caratteristiche possono essere coltivate e sviluppate.

In particolare, in questa condizione storica che ci troviamo ad affrontare, vi sono alcuni fattori da tenere in considerazione, che possono favorire una risposta resiliente:

  • ANCORAGGIO alle abitudini collegate ai normali ritmi circadiani di sonno-veglia possono aiutare ad attutire la risposta di stress da parte dell’organismo. Nonostante non ci siano come prima dei ritmi scanditi dagli impegni quotidiani, è importante mantenere degli orari che non si discostino troppo dalla normalità. Continuare a svegliarsi alla stessa ora e avere una routine dal lunedì al venerdì, senza considerare tutti i giorni uguali, può contribuire a non impattare troppo sullo stravolgimento delle proprie giornate.

  • MANTENERE I CONTATTI SOCIALI, anche se con forme differenti rispetto a quelle alle quali eravamo abituati. Su questo aspetto possiamo essere molto grati alla tecnologia, che ci consente di effettuare videochiamate, mandare messaggi con foto, audio vocali, continuando a mantenere una connessione con gli altri. Coltivare relazioni sociali, soprattutto in momenti così difficili, è una grande risorsa: consente la condivisione di un carico emotivo cha da soli può diventare un macigno.

  • FOCUS SUL MOMENTO PRESENTE. Questo significa focalizzare la propria attenzione su quello che concretamente si può fare adesso, piuttosto che catapultare la propria mente verso previsioni future ancora sconosciute. Immaginiamo, in questo momento, di essere come degli equilibristi su una corda sottile. Per procedere in avanti l’unico modo è orientare il nostro sguardo verso i nostri piedi, su un passo e poi sull’altro, anziché guardare la fine del percorso, rischiando così di perdere l’equilibrio. Questo restituisce capacità attiva di reazione con attività concrete nel qui ed ora, piuttosto che reagire passivamente in attesa di un futuro che ancora non si conosce.

  • USARE IL TEMPO IN MODO PROFICUO. La capacità attiva di risposta in condizioni di difficoltà si esprime anche attraverso una spinta all’azione. Questo non significa riempire in modo compulsivo il proprio tempo con innumerevoli attività che potrebbero accentuare il carico di stress già percepito. Si riferisce, piuttosto, all’utilizzo del tempo trascorso in casa per riprendere in mano un vecchio progetto, o un hobby, o qualunque altra attività abbandonata in passato proprio per mancanza di tempo a propria disposizione. Questo può essere il momento giusto, anche per scoprire nuove risorse e riadattarle in modo nuovo alla propria quotidianità.

  • PRENDITI CURA DI TE E DELLE TUE EMOZIONI. Essere resilienti non significa avere un’armatura che scherma ed impedisce alla persona di sentire la sofferenza, il dolore, la rabbia e altre emozioni scomode. Chi è resiliente ha imparato, piuttosto che da quelle emozioni può nascere qualcosa di proficuo, che ci si può riscoprire più forti, ma per uscirne bisogna prima passarci attraverso. Prendersi cura delle proprie emozioni si riferisce all’atto di guardarsi dentro, domandandosi qual è il grido d’aiuto che quella sensazione ci sta mandando, quale bisogno si cela in quella richiesta, e cosa possiamo fare concretamente per rispondere a quel bisogno. In un momento delicato come questo, nel silenzio delle mura della propria abitazione, la dimora più importante alla quale tornare è il nostro corpo e la nostra mente. Prenderci cura della nostra dimora interna, fatta di emozioni, pensieri, sentimenti e bisogni, spesso inascoltati, ci allena alla gentilezza verso noi stessi.

Impara a chiederti più spesso:

– Cosa sto sentendo in questo momento?

– Quale bisogno accompagna quest’emozione?

– Cosa posso fare di concreto per rispondere a questo bisogno?

Questi passaggi sono utili per un’autoregolazione emotivo-comportamentale che stimoli una risposta resiliente.

Prendersi cura di questi aspetti stimola le proprie risorse interne utili per far sì che nella caduta si possa trovare lo slancio per riandare sù, e ripartire.

Maria Alice Salonis

Psicologa del Lavoro, Psicoterapeuta e Analista Transazionale

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